Sindaco di Paternò: Rifiutati i domiciliari per voto di scambio
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Il Tribunale ha respinto la richiesta di arresti domiciliari per il sindaco di Paternò, indagato per voto di scambio. La decisione segue l'arresto del primo cittadino, accusato di aver promesso favori in cambio di voti durante le ultime elezioni amministrative. Il giudice ha ritenuto insufficienti le garanzie presentate dalla difesa per giustificare la misura alternativa alla detenzione in carcere.
L'inchiesta, condotta dalla Procura di Catania, ha portato alla luce una rete di scambi illeciti che coinvolgerebbe diverse figure politiche locali. Le indagini, tuttora in corso, si concentrano sull'accertamento di possibili compravendita di voti e di altri reati connessi. Secondo l'accusa, il sindaco avrebbe strumentalizzato la sua posizione per ottenere un vantaggio elettorale, violando gravemente le norme che regolano la corretta amministrazione della cosa pubblica.
La difesa del sindaco ha annunciato ricorso contro la decisione del Tribunale, sostenendo che le accuse siano infondate e che il suo assistito sia vittima di un'azione giudiziaria ingiusta. L'avvocato ha inoltre ribadito la piena collaborazione del sindaco con le indagini e la disponibilità a chiarire ogni aspetto della vicenda. L'opinione pubblica di Paternò è divisa, con alcuni cittadini che esprimono sfiducia nei confronti del primo cittadino e altri che attendono l'evolversi delle indagini prima di esprimere un giudizio definitivo.
La vicenda rappresenta un duro colpo per l'immagine del Comune di Paternò e solleva interrogativi sulla trasparenza e l'etica nella politica locale. L'evolversi delle indagini e le eventuali nuove rivelazioni potrebbero avere conseguenze significative sull'amministrazione comunale e sulla vita politica della città.