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Meta: Via libera all'uso dei dati degli utenti inattivi

A partire da fine maggio, Meta potrà utilizzare i dati personali degli utenti che non si sono espressamente opposti. Lo …

Meta: Via libera all'uso dei dati degli utenti inattivi

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A partire da fine maggio, Meta potrà utilizzare i dati personali degli utenti che non si sono espressamente opposti. Lo ha annunciato il Garante per la Privacy, confermando l'interpretazione di una norma del regolamento europeo sulla privacy (GDPR). Questa decisione ha sollevato preoccupazioni tra gli esperti di privacy e gli attivisti per i diritti digitali.

Il Garante ha precisato che la nuova politica di Meta si basa sul principio del silenzio-assenso, secondo il quale l'assenza di opposizione esplicita da parte dell'utente equivale ad un consenso al trattamento dei dati. Questa interpretazione del GDPR è stata oggetto di dibattito, con molti che sostengono che il silenzio non può essere considerato una forma valida di consenso.

La decisione del Garante potrebbe avere implicazioni significative per la privacy degli utenti di Facebook e Instagram, le principali piattaforme di Meta. L'azienda potrà utilizzare i dati per scopi pubblicitari, analisi del comportamento degli utenti e altri fini, potenzialmente senza il consenso esplicito di ogni singolo individuo. Questo potrebbe portare a una maggiore personalizzazione della pubblicità, ma anche a un aumento del rischio di profilazione e manipolazione.

Gli utenti che desiderano evitare che i propri dati vengano utilizzati in questo modo dovranno esprimere attivamente la propria opposizione alle nuove politiche di Meta, entro i termini indicati dall'azienda. Il processo per opporsi potrebbe variare a seconda della piattaforma e del tipo di dati coinvolti. L'onere della presa di posizione attiva ricade dunque sugli utenti, che devono essere informati in modo chiaro e trasparente sulle modalità di esercizio del proprio diritto di opposizione.

Molti esperti di privacy criticano questa interpretazione del GDPR, sostenendo che il consenso deve essere esplicito, informato e inequivocabile. Il silenzio-assenso, invece, crea una situazione di incertezza e potrebbe portare ad un utilizzo dei dati non conforme alle norme sulla protezione dei dati personali. Si attendono ulteriori chiarimenti e possibili ricorsi contro la decisione del Garante.

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