Fine Vita: De Pascale chiede legge nazionale
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Il ministro della Salute, Roberto Speranza, è chiamato a intervenire sulla questione del fine vita dopo l'appello del presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. Bonaccini ha sottolineato l'urgenza di una legislazione nazionale che regolamenti in modo chiaro e uniforme il diritto all'accesso al suicidio assistito. L'attuale situazione di frammentazione legislativa tra le diverse regioni italiane crea disparità di accesso alle cure palliative e al fine vita, generando disuguaglianze e incertezze per i pazienti e le loro famiglie.
De Pascale, nel suo appello, ha evidenziato la necessità di una legge che rispetti la dignità del malato e il suo diritto a scegliere come vivere gli ultimi momenti della propria vita. La questione, delicata ed emotivamente complessa, richiede un dibattito pubblico approfondito e responsabile, che tenga conto delle diverse posizioni etiche e religiose. Tuttavia, la necessità di una legislazione unitaria appare sempre più pressante, al fine di garantire un'applicazione omogenea ed equa delle norme su tutto il territorio nazionale.
Il dibattito sul fine vita coinvolge esperti di bioetica, giuristi, medici e rappresentanti delle associazioni dei pazienti. È fondamentale garantire il rispetto dei diritti fondamentali della persona, tra cui il diritto alla salute, alla dignità, all'autodeterminazione e alla vita stessa. Un'appropriata legislazione dovrebbe delineare con chiarezza i criteri per l'accesso al suicidio assistito, prevedendo garanzie e controlli per evitare abusi e tutelare la vulnerabilità dei pazienti. Il ruolo delle cure palliative, fondamentali per alleviare le sofferenze e migliorare la qualità di vita dei malati terminali, deve essere rafforzato e integrato nell'eventuale nuova legge.
L'auspicio di De Pascale e di molti altri è che il governo prenda finalmente una posizione chiara e decisa, approvando una legge nazionale che affronti il tema del fine vita in modo completo e coerente con i principi della Costituzione Italiana e i valori etici della società. La mancanza di una normativa univoca crea una situazione di incertezza che non può essere tollerata più a lungo.