Dazi UE: Confindustria prevede -0,3% di Pil per l'Italia
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Secondo Confindustria, l'imposizione di dazi potrebbe causare una contrazione dello 0,3% del PIL italiano nel periodo 2025-2026. L'associazione degli industriali ha pubblicato un'analisi che evidenzia l'impatto negativo delle barriere tariffarie sull'economia nazionale. La stima si basa su un modello economico che considera diversi fattori, tra cui la riduzione delle esportazioni e l'aumento dei costi di produzione.
L'analisi di Confindustria sottolinea la vulnerabilità dell'Italia rispetto all'aumento dei dazi, data la sua forte dipendenza dal commercio internazionale. L'impatto non si limiterebbe al settore manifatturiero, ma si ripercuoterebbe su tutta l'economia, con conseguenze negative sulla crescita economica e sull'occupazione. L'associazione invita il governo a impegnarsi attivamente a livello europeo per evitare l'introduzione di nuove barriere tariffarie e a promuovere politiche commerciali aperte e favorevoli alla competitività delle imprese italiane.
Confindustria ribadisce l'importanza di un approccio multilaterale alle questioni commerciali, sottolineando la necessità di un sistema di scambio internazionale basato su regole chiare e trasparenti. L'associazione si impegna a monitorare attentamente l'evoluzione della situazione e a fornire aggiornamenti costanti sull'impatto dei dazi sull'economia italiana. Si auspica un intervento tempestivo da parte delle istituzioni europee per mitigare i potenziali danni all'economia italiana e garantire un ambiente commerciale favorevole alla crescita e all'occupazione.
La previsione di Confindustria evidenzia la delicatezza del contesto economico internazionale e l'importanza di politiche commerciali lungimiranti per la crescita dell'economia italiana. La riduzione del PIL, se confermata, avrebbe conseguenze significative sulle finanze pubbliche e sulla capacità del Paese di affrontare le sfide economiche future.