Crollo del 69% per la ristorazione collettiva: Nomisma rileva un disastro dal 2018
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Un nuovo studio di Nomisma dipinge un quadro allarmante per il settore della ristorazione collettiva in Italia. Secondo i dati pubblicati, il risultato operativo del settore ha subito un crollo del 69% dal 2018 ad oggi. Questo significa un impatto devastante su un comparto già provato da anni di difficoltà. La ricerca evidenzia una contrazione significativa dei ricavi e un aumento dei costi, fattori che hanno concorso a questa drammatica situazione.
Diverse cause concorrono a questo risultato negativo. Tra le principali, si segnalano l'aumento dei prezzi delle materie prime, che ha inciso pesantemente sui margini di profitto, e la crisi economica generale, che ha ridotto la domanda di servizi di ristorazione collettiva, soprattutto da parte di enti pubblici e aziende private. Inoltre, la concorrenza di nuovi modelli di business, come i servizi di delivery e le cucine centralizzate, ha ulteriormente aggravato la situazione per molte realtà del settore.
Le conseguenze di questa crisi sono particolarmente preoccupanti. Si teme un aumento delle chiusure di attività, con la conseguente perdita di posti di lavoro. Inoltre, la riduzione dell'offerta di servizi di ristorazione collettiva potrebbe avere un impatto negativo sulla qualità della vita di molte persone, soprattutto anziani e bambini, che dipendono da questi servizi per i propri pasti.
Nomisma sottolinea l'urgenza di interventi a sostegno del settore, suggerendo politiche mirate a contenere i costi delle materie prime e a incentivare l'innovazione tecnologica. Inoltre, si ritiene necessario un rafforzamento della collaborazione tra pubblico e privato, per garantire la sostenibilità economica e la qualità dei servizi offerti. Il futuro della ristorazione collettiva appare incerto, ma interventi tempestivi e strategici potrebbero contribuire a invertire la rotta e a scongiurare conseguenze ancora più gravi.