Costner accusato di stupro sul set di 'Horizon'
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Una controfigura ha presentato una denuncia contro l'attore Kevin Costner, affermando di essere stata coinvolta in una scena di stupro non prevista sul set del suo nuovo film western, "Horizon 2". La donna, che non è stata ancora identificata pubblicamente per proteggere la sua privacy, sostiene che la scena in questione non era inclusa nella sceneggiatura originale e che è stata costretta a partecipare contro la sua volontà. Secondo la denuncia, la scena è stata girata senza il suo consenso informato, causando un profondo trauma emotivo e psicologico.
La controfigura afferma di aver subito pressioni da parte della produzione per partecipare alla scena, con la minaccia implicita di perdere il lavoro se avesse rifiutato. La denuncia descrive un ambiente lavorativo tossico e ostile, dove le preoccupazioni delle controfigure non venivano prese sul serio. La donna sta ora cercando un risarcimento per i danni subiti, sia fisici che emotivi. Il suo avvocato ha dichiarato che intende perseguire il caso fino in fondo, garantendo giustizia alla sua cliente.
La produzione di "Horizon 2" non ha ancora rilasciato una dichiarazione ufficiale in merito all'accaduto, mentre il team legale di Kevin Costner sta esaminando la denuncia. L'incidente solleva gravi preoccupazioni sulla sicurezza e il rispetto dei diritti dei lavoratori sul set cinematografico, soprattutto per quanto riguarda le controfigure, spesso in una posizione di vulnerabilità. L'indagine in corso dovrà stabilire l'esatta dinamica degli eventi e accertare le responsabilità dei vari soggetti coinvolti. La vicenda ha già suscitato un'ampia eco mediatica, generando un acceso dibattito pubblico sull'importanza della sicurezza e del rispetto sul luogo di lavoro nel settore cinematografico.
Questa non è la prima volta che il mondo del cinema si confronta con accuse di questo tipo. Numerose altre denunce di molestie e abusi sessuali sono emerse negli ultimi anni, portando a un'intensa riflessione sulla cultura aziendale prevalente in Hollywood e in altri centri di produzione cinematografica globale. Questo caso, dunque, potrebbe contribuire ad accendere ulteriormente i riflettori sulle condizioni di lavoro delle controfigure e sulla necessità di proteggere i loro diritti.